Gli strumenti usati dall'Agopuntore
Gli strumenti usati non sono molti
Gli strumenti più usati dagli agopuntori sono gli aghi, la moxa, l'elettrostimolatore e le coppette.
Gli aghi
Gli aghi che si utilizzano sono sterili e monouso. In genere vengono introdotti solo di pochi millimetri, e la puntura è a volte fastidiosa, ma non dolorosa. Gli aghi vengono mantenuti per una ventina di minuti.
La moxa
Il termine "MOXA" viene dall'espressione giapponese "moe kusa", cioè "erba che brucia". Proprio di un'erba si tratta e cioè dell'artemisia, o erba di San Giovanni (vedi fig.), in Occidente detta anche "scacciadiavoli", colta al solstizio d'estate (il 21 giugno), quando, analogicamente, l'erba accoglie in sé il massimo calore del sole. L'artemisia viene fatta seccare e le foglie vengono triturate in un mortaio fino ad ottenere un impasto lanoso. Con questo si possono formare delle palline oppure dei coni e, ancora, con carta di gelso, dei sigari lunghi 20 cm.
Le palline o i coni possono essere appoggiati sulla pelle in corrispondenza dei punti di agopuntura, quindi accesi all'estremità superiore più lontana dalla cute e poi lasciati "bruciare" fino al loro spegnimento.
L'elettrostimolatore
L’elettrostimolatore è un apparecchio che genera una debole corrente elettrica che attraverso dei cavetti viene trasmessa agli aghi. Il paziente sente come se qualcuno stesse picchiettando con la punta di un dito sulla parte dove si trova l’ago. Uno strumento accessorio è il cercapunti, che aiuta a localizzare gli agopunti misurando la resistenza elettrica cutanea; infatti gli agopunti corrispondono a regioni di minor resistenza elettrica.
Le coppette
Sono dei vasetti di vetro o bambù
che vengono applicati in corrispondenza di una zona congesta.
Con l'introduzione del calore al loro interno si determina una perdita
parziale di aria e il conseguente effetto aspirante sulla cute.
Si tratta di una metodica utilizzata per disperdere le zone di
congestione.